La pododermatite è una patologia cutanea molto frequente nel coniglio domestico, che interessa, prevalentemente, la cute delle zampe posteriori, anche se in particolari situazioni può coinvolgere tutti e quattro gli arti. Le lesioni si localizzano a carico della superficie plantare (superficie d’appoggio). Rispetto ad altri animali la frequente incidenza di questa patologia è legata alla particolare anatomia del piede del coniglio e al tipo di vita, diversa da quella che condurrebbe in natura. Il coniglio, infatti, si è evoluto per correre su terreni morbidi, ricoperti di erba, che fungono essi stessi da ammortizzatori per evitare alle strutture ossee sollecitazioni eccessive. Sono infatti sprovvisti di cuscinetti plantari e l’unica protezione delle strutture ossee e tendinee è il pelo e un sottilissimo strato cutaneo (non c’è interposizione di tessuti molli come il grasso e il tessuto connettivo che fungano da ammortizzatore). Inoltre il coniglio, durante il riposo, ma anche nel caso di alterazioni nella deambulazione, carica buona parte del peso sulla protuberanza tarsale (tallone), inducendo uno “stress meccanico”: il peso dell’animale va a scaricare completamente sul tallone creando un danno ischemico. Inoltre il coniglio non possiede unghie retrattili, che in natura si consumano scavando nel terreno ma che in appartamento crescono spesso in modo eccessivo. Quando il coniglio poggia la zampa nel terreno, le unghie affondano, permettendo di poggiare tutta la superficie plantare. In appartamento questo non può avvenire, e le unghie fanno da leva, facendo sì che il peso sia scaricato verso la parte posteriore della superficie plantare, proprio nel punto in cui così spesso osserviamo la zona arrossata. In corrispondenza del tallone, in quasi tutti i conigli che vivono in casa si sviluppa un callo che può poi evolvere in pododermatite.
Nella maggior parte dei casi la lesione non crea disagi al coniglio, che continua a camminare normalmente. In qualche caso però la situazione evolve. L’ischemia porta alla morte del tessuto compresso e si forma un’ulcera sulla pelle. Una volta che la cute si ulcera, inevitabilmente si infetta e l’infezione si può estendere fino ai tendini e all’osso (osteomielite). A questo punto il coniglio inizia a manifestare in modo evidente il dolore, zoppica ed è riluttante a muoversi. Una volta che si instaura l’osteomielite è difficile ottenere la guarigione e molto spesso si deve ricorrere a delle procedure drastiche come l’amputazione dell’arto, sempre che il controlaterale sia apposto. È importante intervenire precocemente, appena si nota la lesione ulcerata.
Si tratta di una malattia cronica, progressiva: significa che una volta che si instaura il processo difficilmente si riuscirà ad ottenere una guarigione completa
Tutte le razze possono essere colpite, anche se c’è una predisposizione per le razze pesanti o con poco pelo di copertura. Sono colpiti prevalentemente animali adulti\anziani con patologie in atto, anche se in alcuni casi anche soggetti giovani con diarrea o che vengono tenuti malamente possono essere colpiti.
Le cause possono essere diversissime
- Genetiche: alcuni soggetti presentano una scarsa copertura di pelo che espone l’area interessata a maggiori sollecitazioni e tra le razze segnalate come “predisposte” in letteratura vengono annoverate il Rex, il Bianco di Nuova Zelanda, l’Angora e le razze giganti.
- Microtraumi della superficie plantare, particolarmente frequenti negli animali che compiono corse sfrenate e cambi di direzione improvvisi; soggetti nervosi che sbattono spesso i piedi.
- Conigli che permangono abitualmente su pavimenti inadeguati, troppo duri o abrasivi (ad es. moquettes, tappeti, piastrelle ruvide, ecc.), nei quali si può verificare con maggiore facilità rarefazione del pelo di copertura o tricotomia che espone quindi la cute agli insulti meccanici.
- Scarse condizioni igieniche: l’igiene gioca un ruolo fondamentale in quanto la permanenza su una lettiera sporca ed umida favorisce la macerazione del pelo e della cute e predispone all’impianto di infezioni batteriche secondarie.
- Fondo della gabbia inadatto. Questo è un fattore molto importante, sul quale è facile intervenire. Il fondo deve essere morbido e pulito; il substrato ideale è rappresentato da uno spesso strato di fieno, al di sotto del quale si possono mettere pellets di diverso tipo. Controindicati sono la sabbia per gatti e il granulato di tutolo di mais, o il fondo della gabbia senza substrato, o le griglie
- l’obesità, che aumenta i fenomeni compressivi locali
- assenza di movimento, dovuta alla carenza di stimoli, al confinamento in ambienti ristretti, al sovrappeso.
- spondilosi e osteoartrite in soggetti anziani, che concorrono a ridurre l’efficacia del microcircolo locale e favoriscono l’ischemia della regione con successiva necrosi tissutale.
- patologie urinarie, in grado di provocare incontinenza.
- Patologie gastroenteriche, con produzione di feci diarroiche che causano imbrattamento della parte e, aumentando l’umidità e la contaminazione batterica del substrato, favorire la comparsa delle lesioni.
- Anche la presenza concomitante di malattie parassitarie che possono determinare la comparsa di lesioni cutanee o alopecia localizzata alla superficie plantare degli arti o alla regione periungueale (ad es. rogna sarcoptica o dermatofitosi)
Prevenzione
La pododermatite si può prevenire con diversi accorgimenti. Da quanto detto, è evidente che è più a rischio un coniglio obeso tenuto costantemente in una piccola gabbia con un fondo inadatto e sporco, per cui dovremo tenere in linea il coniglio e lasciarlo libero di girare, possibilmente favorendo le uscite all’esterno. Questo gli permette di fare attività, correre e scavare, e di poter brucare l’erba, che rappresenta l’alimento migliore per il coniglio. Non dimentichiamo poi i benefici della luce solare, che permette la sintesi della vitamina D. una simile sistemazione non è alla portata di tutti, e allora il coniglio dovrà limitarsi a correre in appartamento. Se fattibile, si possono sistemare sul fondo dei piumoni o dei materassini di gomma nelle aree frequentate più spesso, senza avere la pretesa di ricoprire tutti i pavimenti della casa. È anche importante controllare le unghie ed accorciarle regolarmente, utilizzando un tagliaunghie per cani; se non lo avete mai fatto, potete chiedere al veterinario di mostrarvi come si fa.
Terapia
Nei casi in cui la pododermatite procede oltre lo stadio iniziale è indispensabile ricorrere alle cure veterinarie, prima che le lesioni diventino irreversibili o comunque più difficili da guarire. Sara cura del veterinario valutare la situazione, cercare di capire l’origine del problema ed intervenire in modo adeguato.