La zoppia nelle galline pet: le cause più comuni
Le cause di zoppia nelle galline possono essere molteplici; gli agenti eziologici coinvolti sono diversi, tra quelli piu comuni sicuramente possiamo avere forme virali, batteriche, traumatiche e legate ad una mal gestione, sia alimentare che ambientale.
Virali:
Artrite virale o tenosinovite: il responsabile è un Reovirus. Sono colpiti prevalentemente i broiler ma è stata osservata anche nei riproduttori e in altre specie come i tacchini.
Il periodo d’incubazione varia con l’età dell’ospite e la via d’infezione.
Nelle infezioni acute si osserva
• zoppia
• crescita stentata
Nell’infezione cronica
• la zoppia è più pronunciata
• l’articolazione del garretto può essere rigida
• tipica andatura traballante per la rottura bilaterale del tendine
• meno frequentemente si ha una tumefazione (gonfiore) del cuscinetto plantare e dell’articolazione del garretto
Malattia di Marek: È la più comune malattia proliferativa trasmissibile dei polli, sostenuta da un Herpesvirus. La localizzazione del virus agli arti posteriori e più precisamente ai nervi periferici (sciatico), provoca un notevole aumento di volume degli stessi e una conseguente paralisi. Gli animali colpiti presentano una asimmetria progressiva di uno dei due arti con successiva paralisi monolaterale e quindi totale. Un atteggiamento tipico consiste nel portare un arto allungato in avanti e l’altro dietro come se l’animale facesse una spaccata.
Malattie parassitarie:
La rogna sarcoptica in particolare può provocare lesioni alle zampe e conseguente zoppia. È frequente prevalentemente negli animali anziani; l’acaro vive sotto le squame delle zampe provocando ispessimento, proliferazioni e deformazioni delle stesse
Batteriche: le infezioni batteriche sono spesso associate ad una cattiva gestione della lettiera e del pollaio; scarsa igiene, substrato inadeguato favoriscono lo sviluppo di batteri che possono penetrare in piccole lesioni plantari provocando la pododermatite. Tutte le forme batteriche che causano setticemia possono provocare delle artriti settiche. Se si sospettano delle forme batteriche l’utilizzo di antibiotici mirati prevede l’esecuzione di colture batteriche specifiche. In particolare
Staphylococco: La stafilococcosi è una patologia che può presentarsi in forma setticemica con mortalità acuta o localizzata a sedi specifiche quali ossa, guaine tendinee articolazioni e cuscinetto plantare (Bumblefoot o pododermatite o mal del piede gonfio). Trovi un articolo dedicato nel sito www.vncvet.it. Affinché insorga l’infezione deve avvenire il passaggio di Staphylococcus aureus attraverso una barriera cutanea alterata e la sua localizzazione in sedi interne dove si sviluppa un’infezione locale. I sintomi più precoci sono l’arruffamento delle penne e la zoppia ad un arto. Alcuni volatili muoiono per tossiemia acuta. Alcuni soggetti che superano la fase acuta della malattia presentano in seguito lesioni articolari. Artrite, sinovite ed osteomielite.
Pullurosi: La Pullurosi è una malattia sostenuta da Salmonella pullorum a carattere setticemico e colpisce principalmente il pollo ed il tacchino. La malattia in questione, nella fase di cronicizzazione, può dare una sintomatologia con andatura zoppicante, tumefazione delle articolazioni tibio-tarsica, tarso-metatarsica e omero-radio-ulnare. È stata osservata una localizzazione articolare del germe. Gli animali maggiormente colpiti sono i piccoli broiler e i tacchinotti.
Mycoplasma (Gallisepticum, sinoviae e meleagris)
Il Mycoplasma sinoviae, normalmente è responsabile di un’infezione subclinica delle vie aeree superiori. Può dare anche aerosacculite, nel caso in cui agisca in sinergia con il virus della Malattia di Newcastle o della bronchite infettiva, o con entrambi. Altre volte l’infezione si presente in forma sistemica, da cui origina una sinovite infettiva generalizzata. Queste forme acute o croniche del pollo e del tacchino, interessano in modo particolare le membrane sinoviali articolari e le guaine tendinee provocando tenosinoviti, tenovaginiti o bursiti essudative. L’infezione sostenuta da Mycoplasma sinoviae determina un rallentamento della crescita ed una zoppia
Mycoplasma sinoviae: i segni clinici sono
• Tosse
• Sternuti
• Scrollamento della testa
• Rantoli e difficoltà respiratorie
• Presenza di secrezioni nasali e oculari
• Gonfiore della testa e dei seni
• Ritardi nella crescita
• Diarrea
• Abbattimento
• Zoppia e tumefazione delle articolazioni
Pastorella multocida (Fowl Colera): batterio responsabile di molte malattie, non è molto resistente ai comuni disinfettanti ma può resistere anche per lunghi periodi nel suolo. I segni clinici sono quelli comuni ad altri stati setticemici (anoressia, depressione, colorito cianotico, gonfiore della testa e dei bargigli, morte improvvisa). Può portare a zoppia ed artrite purulenta
Carenze nutrizionali
Una dieta carente, scarsa delle principali sostanze nutrizionali può portare a varie condizioni che causano zoppia.
Le carenze di calcio e di Vitamina D, come la carenza all’esposizione della luce solare diretta possono influire sullo sviluppo appendicolare e scheletrico; in particolare l’osteoporosi è una patologia frequente nelle galline ovaiole che non hanno una sufficiente alimentazione ed integrazione di calcio. L’osteoporosi è una condizione caratterizzata da una scarsa mineralizzazione scheletrica che esita in fratture appendicolari patologiche.
Carenze di Vitamina B e di Vitamina E possono portare alterazioni che inducono a zoppie ed atassie
Traumi:
Tutte le lesioni traumatiche possono portare a difficoltà respiratorie.
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Esoftalmo monolaterale in un coniglio
Per esoftalmo si intende la sporgenza anormale del bulbo oculare oltre la rima palpebrale. Il bulbo oculare sporge esternamente perché i tessuti presenti nello spazio retro bulbare sono occupati da materiale come pus, sangue o forme neoplastiche.
Nella maggior parte dei casi l’occhio viene spinto esternamente da un
• accumulo di materiale purulento conseguente a problemi dentali sia a carico della mascella che a carico della mandibola
• forme neoplastiche che coinvolgono il tessuto retro bulbare
• presenza di ematomi o raccolte ematiche in seguito a traumi
• cisti parassitarie
• patologie delle ghiandole lacrimali e salivari (sialocele)
• prolasso di tessuto adiposo retro bulbare
• corpi estranei
Nel caso in cui ci sia il coinvolgimento di entrambi gli occhi è fondamentale controllare sempre il torace perché molto spesso l’esoftalmo bilaterale può essere provocato da una neoformazione nel mediastino anteriore (timoma, linfoma, carcinoma della tiroide).
La cosa migliore è effettuare una tac per capire l’origine del problema, valutare il coinvolgimento delle radici dentali e la reale estensione dell’ascesso. Nel caso in cui si sospetti una forma neoplastica, l’esame istologico mi permette di raggiungere una diagnosi e di cercare una terapia appropriata.
Il caso clinico:
Mirtillo viene portato in visita per una sporgenza eccessiva dell’occhio destro.
L’esplorazione del cavo orale mette in evidenza la presenza di materiale purulento in uscita da un molariforme superiore destro. Il sospetto di un ascesso retro bulbare che provoca la sintomatologia è forte. Viene proposta ai proprietari una TAC per cercare di capire il coinvolgimento delle radici dentali e la reale estensione dell’ascesso. I proprietari decidono di intervenire chirurgicamente senza procedere ad una diagnostica piu approfondita e di effettuare un tampone per capire l’agente microbiologico coinvolto ed effettuare una terapia mirata.
Molto spesso, se gli ascessi sono molto estesi può rendersi necessaria la rimozione dell’occhio…
Le cause di esoftalmo sono molteplici ed in alcuni casi possono esserci delle forme neoplastiche che coinvolgono i tessuti retro bulbari. Arrivare ad una diagnosi non è sempre semplice, ma è fondamentale perché i protocolli terapeutici e le aspettative di vita sono e possono essere molto diverse.
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Il tacchino come pet…le principali patologie
Si tratta di un buffo animale, che ispira tanta simpatia, frase tipica che viene utilizzata nel descrivere bambini non proprio piacenti…e infatti bello sicuramente non è un aggettivo che può essere attribuito al tacchino. Simpatico si!!!
Nell’immaginario comune viene associato alla festa del ringraziamento americano…in altre vesti purtroppo…
Un po’ di storia
Il tacchino è arrivato in Italia dopo la scoperta dell’America.
È stato realizzato dall’uomo nel tentativo di ottenere una carne di qualità superiore: doveva, infatti, servire per alimentare le famiglie dei primi pionieri e colonizzatori del Nuovo Continente.
I nativi americani trattavano questo animale come una divinità. Quando Cristoforo Colombo scoprì l’America, molti di questi uccelli furono catturati e addomesticati, per sfamare soldati e coloni. Furono chiamati Gallinas de Indias (galline delle Indie).
Una volta portati i primi tacchini in Europa, l’allevamento di questo animale ebbe un rapido sviluppo, per il successo della sua carne, ricca in proteine ma povera di grassi. Ottimo sostituto del pollo, più grande e facile da allevare.
Si tratta di un animale abituato a vivere in climi temperati.
Alimentazione: in natura è un animale onnivoro…anche in cattività si dovrebbe rispecchiare la sua alimentazione naturale.
Le principali patologie dei tacchini
Ci sono dei fattori predisponenti che possono influire sullo sviluppo di particolari patologie
• La selezione genetica di alcuni soggetti predispone a malattie osteo\articolari
• Scadenti condizioni di stabulazione: favoriscono l’insorgenza di forme respiratorie e della pododermatite
• Malnutrizione: può indebolire in generale l’animale favorendo l’insorgenza di stati carenziali che a loro volta portano a sviluppo di altre malattie.
• Malattie concomitanti e immunodepressione possono aggravare stati che in realtà non sono gravi
• Sbalzi termici
• Mancanza di biosicurezza: patologie virali trasmesse da vettori o animali selvatici
Malattie parassitarie
I parassiti che possono colpire i tacchini sono diversi, dipende dall’ambiente in cui vivono, dall’igiene dello stesso e dalla presenza di altre specie conviventi (grado di infestazione ambientale). I sintomi sono variabili e dipendono dal grado di infestazione del soggetto e dal suo stato immunitario, oltre che dal tipo di parassita coinvolto. I piu frequenti sono la Capillaria, gli Ascaridi, i Coccidi e l’Heterakis (questo parassita non è di per sé dannoso, si localizzo nel grosso intestino, ma può essere il carrier per un altro parassita molto piu pericoloso che può causare un danno epatico e la morte improvvisa dell’animale affetto).
I sintomi sono spesso poco specifici:
• Abbattimento
• Perdita di peso
• Mancata produzione di uova
• Diarrea
• Debolezza
• Sintomatologia respiratoria (nel caso di parassiti che albergano l’apparato respiratorio)
La Blackhead o Istomoniasi è una malattia provocata da Histomonas Meleagridis, che può essere veicolato da Heterakis. I sintomi sono:
• Aumento della sete
• Riduzione dell’appetito
• Produzione di feci giallastre
• Sonnolenza
• Piumaggio in condizioni scadenti
• Testa scura\cianotica
• Morte improvvisa senza sintomi apparenti
Tricomoniasi: generalmente, nel tacchino, diversamente rispetto ad altre specie dove vengono colpiti maggiormente i primi tratti dell’apparato gastroenterico (bocca, esofago, gozzo), la tricomoniasi coinvolge in particolare il piccolo intestino, il cieco e il fegato con produzione di feci acquose, letargia perdita di peso.
I parassiti esterni sono molto frequenti ma sono tutti legati a delle condizioni ambientali poco adeguate e scarsamente igieniche. Evitate di inserire pollai in legno o muratura perché difficilmente disinfettabili.
Forme micotiche e fungine possono essere presenti: anche in questo caso sono legate ad una gestione ambientale poco curata con un eccesso di umidità che favorisce l’insediamento di funghi. Tra le forme micotiche abbiamo l’Aspergillosi che è caratterizzata da un respiro superficiale e frequente e dalla presenza di lesioni nodulari nel tratto respiratorio (a volte visibili anche a livello orale). La candida può essere presente, soprattutto in animali giovani con patologie concomitanti e con un sistema immunitario deficitario.
Malattie virali
• Influenza aviaria
• Leucosi aviare (sarcoma): Serie di forme tumorali benigne o maligne provocate da virus appartenenti alla famiglia dei retrovirus. Colpiscono il sistema linfatico provocando dei sintomi poco specifici come debolezza, perdita di peso, disidratazione, distensione addominale ed in alcuni casi forme neoplastiche con localizzazione oculare. Possibile presenza di diarrea verdastra nelle fasi terminali della malattia.
• Pox virus
• Marek (herpes virus)
• Adenovirus: causa una forma intestinale caratterizzata da diarrea sanguinolenta che se non trattata porta rapidamente a morte. Caratteristica di animali giovani
Tra le piu frequenti presentazioni del tacchino abbiamo la zoppia
la zoppia può essere legata a diverse cause in particolare:
infezione da Micoplasma, che induce un gonfiore a carico delle articolazioni e può provocare anche una sintomatologia respiratoria importante. Sintomi frequenti sono
1. Zoppia
2. Rigonfiamento articolare
3. Starnuti
4. Sinusite\congiuntivite
5. Tosse
6. Apatia
la diagnosi prevede l’esecuzione di test diagnostici specifici (PCR). La terapia prevede l’utilizzo di antibiotici specifici, anche se spesso non si ottiene la guarigione completa e si hanno delle recidive.
La forma respiratoria può essere associata anche alla rinotracheite virale (ART) che complica i sintomi (starnuti, tosse, occhi vitrei, scolo nasale).
Il Bumblefoot: patologia caratterizzata da un rigonfiamento nel centro del piede legato ad un’infezione batterica, generalmente si tratta di Staphylococco. Una volta che l’infezione si instaura può passare dai tessuti molli del piede alla componente ossea sottostante diventando sempre piu grave e progressiva. È per questo che l’intervento precoce è fondamentale. Le cause possono essere molteplici:
• Cattiva gestione ambientale, animali tenuti in un ambiente poco idoneo si feriscono e facilitano l’ingresso di batteri nella ferita.
• Sovraffollamento
• Scarsa igiene ambientale
Cannibalismo e Feather Picking: i tacchini possono togliersi le penne o quelle dei compagni e possono anche attaccare altri componenti del gruppo provocando delle ferite importanti generalmente nell’addome. Questi comportamenti possono essere associati a
• Affollamento
• Eccesso di illuminazione
• Carenze alimentari \acqua, intese come scarsità di approvvigionamento
• Carenze vitaminiche o minerali (ad esempio Sale)
• Spazi inadeguati
• Noia
Riassumendo
Le principali patologie che possono colpire il Tacchino domestico sono forme respiratorie e forme articolari. In tutti i casi la gestione e l’alimentazione sono fondamentali per evitare l’indebolimento del soggetto
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Le patologie renali nel coniglio
Di tutte le differenze tra il sistema urinario del coniglio e quello di cane e gatto, la piu significativa è sicuramente legata al particolare metabolismo del calcio a sua volta legato all’elevata domanda:
1. Tutti i denti del coniglio sono a crescita continua (erompono e crescono ad una velocità di circa 2\ 2,5 mm alla settimana) e questo implica un’elevata richiesta di calcio
2. Il normale ciclo estrale, che può prevedere allattamento e gravidanza simultaneamente, implica un’elevata richiesta di calcio
Nel coniglio l’assorbimento di calcio a livello intestinale non è regolamentato dalla concentrazione ematica dello stesso. Si tratta di un assorbimento passivo direttamente proporzionale alla sua concentrazione nella dieta. Il calcio in eccesso viene poi eliminato dal rene.
PRINCIPALI PATOLOGIE CHE INTERAGISCONO CON LA FUNZIONE RENALE
Ascessi renali, pielonefriti, pieliti e amiloidosi renali sono delle patologie rare nel coniglio.
Anche le patologie congenite come l’agenesia renale e le cisti renali sono malattie rare anche se descritte.
Forme neoplastiche:
• linfoma
• carcinoma
• nefroma: si tratta di una forma benigna, che può essere presente dalla nascita e che generalmente non comporta un’alterazione della funzione renale.
• Nefroblastoma
Infiltrazione grassa del rene:
Può essere una conseguenza diretta della stasi gastrointestinale o di tutte quelle patologie che provocano una anoressia prolungata. In queste circostanze si verifica un bilancio energetico negativo. Per far fronte a ciò l’organismo risponde mobilizzando gli acidi grassi dal tessuto adiposo che vengono poi trasportati nel fegato per essere metabolizzati con la produzione di chetoni e lo sviluppo di un’acidosi metabolica: gli acidi grassi volatili infiltrano il fegato ed i reni causando una degenerazione grassa e un’insufficienza organica.
Encephalitozoon cuniculi:
Ec provoca, come noto, una nefrite interstiziale granulomatosa.
Calcificazioni renali: legate al particolare metabolismo del calcio e al deposito di calcio a carico della corticale renale e nella giunzione cortico midollare. Le cause possono essere molteplici:
• L’insufficienza renale cronica (IRC): può essere una causa, cosi come una conseguenza
• Intossicazione da vitamina D, generalmente legata ad un eccesso di somministrazione della stessa
• Elevata concentrazione di calcio nella dieta: da sola un’elevata concentrazione di calcio non è sufficiente per causare calcificazioni a livello renale; deve essere associata ad una ridotta assunzione di liquidi e ad uno squilibrio del rapporto calcio fosforo
Calcolosi: i nefroliti si accumulano a livello della pelvi o dell’uretere, possono presentarsi sia come calcoli veri e propri sia come sludge (un’urina particolarmente densa “come gesso”. Sia i calcoli che la “sludge” possono portare a un’ostruzione delle vie urinarie.
Insufficienza renale acuta (IRA)
L’insufficienza renale acuta nel coniglio è una condizione secondaria ad altre patologie che alterano la perfusione renale causandone una ‘alterata funzionalità. Si può trattare sia di una condizione reversibile che irreversibile.
- IRA prerenale: legata ad una riduzione della perfusione renale in presenza di shock, emorragia, disidratazione, riduzione della gittata cardiaca. La disidratazione può insorgere in presenza di un problema intestinale (diarrea) ma anche di una stasi gastrointestinale per richiamo dei liquidi a carico del grosso intestino. Per questo in presenza di stasi o stress di altra natura, la reidratazione per via endovenosa è sempre fondamentale per mantenere la funzionalità del sistema renale.
- IRA renale: in presenza di un danno renale strutturale, per esposizione a tossine renali, ischemia renale, infiltrazione grassa del rene.
- IRA post renale, in seguito ad un’ostruzione renale per presenza di calcoli, erniazione della vescica, comune nei soggetti maschi non castrati.
Insufficienza renale cronica (IRC): frequente nei soggetti anziani
Legata a delle alterazioni renali strutturali irreversibili: infiammazione, fibrosi, mineralizzazione
Stadio iniziale: a differenza di altre specie, non tutti i glomeruli, l’unita funzionale del rene, sono attivi contemporaneamente, in presenza di un lieve danno renale iniziale i glomeruli non attivi possono essere reclutati. Molto spesso non ci sono dei segni visibili. Un indicatore precoce di danno renale è il rapporto PU|CU determinabile attraverso un esame delle urine.
Stadio intermedio: è possibile che si verifichi un ‘innalzamento dei livelli ematici dell’urea e della creatinina. Nel coniglio deve esserci una perdita di almeno il 50\75 % della funzionalità perché questo si verifichi. Urea e creatinina sono pertanto degli indicatori tardivi
Terminale: il metabolismo del calcio è fortemente compromesso; si verificano calcificazioni a livello organico in seguito ad un aumento della sua concentrazione ematica per il continuo assorbimento del calcio a livello intestinale senza avere un corrispettivo output renale. Si possono verificare anche mineralizzazione dell’aorta e aumento della densità ossea (in altre specie si verifica osteopenia).
DIAGNOSI DI MALATTIA RENALE
I caratteristici segni di insufficienza renale del cane e del gatto, spesso non sono evidenti nel coniglio, (riduzione dell’appetito, nausea depressione ulcere…) generalmente un coniglio nella fase terminale presenta
• PU\PD: aumento della sete e relativo aumento dell’urinazione
• Aumento dell’appetito per una riduzione della capacità di assorbimento dei nutrienti a livello intestinale.
• Nelle fasi terminali, in particolare in seguito ad un IRA possiamo avere un coniglio anoressico, atassico ipotermico con debolezza muscolare.
• Perdita di peso
• Problemi locomotori: riluttanza al movimento, atassia, debolezza del treno posteriore, fratture spontanee
• Problemi cardiorespiratori: tachipnea, sincopi (svenimenti), legati a calcificazioni bronchiali o dell’aorta
• Distrofia corneale per alterazione del metabolismo lipidico e calcificazioni distrofiche
Palpazione addominale: mi permette di evidenziare un aumento delle dimensioni renali e la presenza di calcoli\sludge o calcificazioni
L’esame radiografico mi permette di evidenziare calcoli e calcificazioni
L’esame ecografico mi permette di studiare le caratteristiche del rene e di evidenziare anomalie importanti, anche alterazioni neoplastiche
Esami di laboratorio, in particolare l’esame delle urine (PU\CU) e esami ematobiochimi che come abbiamo visto sono degli indicatori tardivi di danno renale
TERAPIA:
In presenza di una malattia renale va indagata la causa sottostante e va instaurata una terapia mirata. I reni possono essere supportai sia a livello farmacologico che con l’utilizzo di integratori; questo ovviamente dipende dal tipo di danno.
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Milk Frog
La Trachycephalus resinifictrix detta Milk Frog è una rana arboricola che abita le foreste amazzoniche: la colorazione particolare (il contrasto tra il bianco e il nero che caratterizza le forme giovanili) e la facilità d’allevamento la rendono un pet unico, in grado di farsi osservare per ore, di notte, affascinati dalle sue movenze e abitudini.
In natura vivono e si riproducono esclusivamente nelle foreste amazzoniche. Si tratta di una specie arboricola che vive prevalentemente sugli alberi. I maschi competono per raggiungere le femmine in anfratti ripieni di acqua che si formano naturalmente nelle cavità degli alberi: unici posti in cui avviene la riproduzione e sono deposte le uova. I girini si sviluppano in questi buchi e spesso utilizzano come fonte di cibo le uova stesse.
Caratteristiche
La colorazione che le contraddistingue e da cui prendono il nome è caratteristica solamente delle forme giovanili: bianco latte con striature nere/marroni, mentre l’adulto sviluppa dei toni meno marcati. La pancia e la parte inferiore delle zampe è di un blu chiarissimo e gli occhi sono decorati da una croce nera.
I maschi della Trachycephalus resinifictrix raggiungono i 6 cm di lunghezza mentre le femmine sono più grandi e possono raggiungere anche i 10 cm. Si tratta quindi di rane piuttosto grandi dall’aspetto paffuto, dotate di ventose posizionate sulle dita in posizione strategica che utilizzano per arrampicarsi e mantenere una presa salda sui rami e sulle piante.
Comportamento
La Milk Frog è attiva prevalentemente la notte, quando ama muoversi e saltare da un ramo all’altro e passare molto tempo appollaiata sulle larghe foglie, mentre di giorno vive rintanata. Si ciba prevalentemente di notte, anche se, soprattutto se abituata fin da piccola e se il cibo è disponibile, può svegliarsi per mangiare: è, infatti, molto avida. Il suo temperamento curioso e molto attivo la rende una vera fuggitiva: attenzione alle evasioni. In cattività vive mediamente 7/8 anni.
Avidi mangiatori
Sono pet molto golosi, difficilmente si hanno problemi nell’alimentazione. I giovani vanno alimentati quotidianamente, mentre gli adulti un paio di volte a settimana. E’ bene non esagerare con il cibo per evitare l’ iperingrassamento e tutti i problemi che ne derivano. Le dimensioni e il numero di prede che è offerto dipendono dalle dimensioni del pet e del pasto.
La dieta deve essere molto varia, per fornire tutto ciò di cui possono avere bisogno: grilli prevalentemente, insetti in genere, camole. I Moscerini della frutta sono invece utili per nutrire i giovani. In commercio ci sono prede in scatola che possono essere utilizzate saltuariamente. Gli insetti freschi hanno una composizione più completa soprattutto se integrati col calcio.
Specifici integratori alimentari a base di calcio, Vit A e D3 sono indispensabili per evitare patologie nutrizionali: in commercio ce ne sono di tipi diversi.
Stabulazione
Cercare di ricreare l’ambiente naturale è la principale formula del successo.
Gli adulti possono essere stabulati anche in gruppi utilizzando teche di vetro o plexiglas, per un gruppo composto da 4/5 esemplari può andare bene un terrario con dimensioni 60×45 cm, ovviamente trattandosi di una specie arboricola è bene garantire almeno una quarantina di cm di altezza. Deve essere arredato con numerosi appigli, rami, tronchi e ripiani sui quali la rana può arrampicarsi e sostare. Il substrato (di 8 cm) deve essere formato da un composto di torba, corteccia e muschio, in grado di mantenere l’umidità. Noci di cocco tagliate a metà, cortecce e sassi sono ottimi per fornire dei sicuri nascondigli. Per la vegetazione, si consigliano piante a foglia molto larga, come il photos.
In natura si rifugiano spesso nelle cavità degli alberi, quindi anche in cattività dovremo offrirgli degli oggetti cavi per potersi rintanare. L’acqua è ovviamente un elemento importantissimo e va fornita in un contenitore ove le stesse possano immergersi completamente. Meglio usare acqua declorinata.
E’ importante, visto l’alta umidità e le temperature, essere molto ligi con la pulizia, per evitare la formazione di muffe e le proliferazioni batteriche. Le deiezioni vanno rimosse periodicamente e almeno una volta ogni due settimane il substrato va cambiato in toto. Per la pulizia può essere utilizzata anche solo acqua senza prodotti chimici che potrebbero essere assorbiti a livello cutaneo.
Temperatura e Umidità
La temperatura quando si tratta di anfibi rappresenta sempre un punto critico: è fondamentale attrezzarsi con la strumentazione adeguata e tenerla sempre monitorata.
La zona più calda del terrario deve raggiungere una temperatura di 23/26° durante il giorno, mentre di notte la temperatura può scendere fino ai 18 °C. Per far ciò è preferibile usare cavetti riscaldanti o tappetini collegati a un termostato.
I livelli di umidità devono essere compresi tra 50-90%, proprio per questo il terrario dovrà avere un’ottima areazione per evitare il formarsi di muffe e funghi.
Illuminazione
Per l’illuminazione è bene usare una lampadina fluorescente con UVB 2.0 o 5.0 per rettili, che tuttavia va ben protetta per evitare che la rana toccandola possa ustionarsi.
Manipolazione
È sempre bene maneggiare le rane solo quando è necessario, infatti, hanno una pelle molto sensibile che reagisce negativamente al contatto con residui di sapone e altri agenti chimici. Vanno sempre utilizzati dei guanti (senza talco) per evitare problemi.
Legislazione
La Phrynohyas Resinifictrix non è elencata nel Cites perciò è di libera vendita.
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CALCOLO URETERALE IN UN CONIGLIO
Ci sono certe patologie (e certi conigli particolarmente tolleranti al dolore) che non sono clinicamente manifeste, e vengono definite “Incidental Findings” in quanto si rendono visibili mentre stiamo indagando altri problemi. È proprio il caso di questo coniglietto che è stato portato in visita per un blocco gastrico molto importante, probabilmente legato ad una muta abbondante.
Alla visita clinica, la palpazione dell’addome ha messo in evidenza un’importante dilatazione dello stomaco e una dolorabilità addominale.
La radiografia ha subito confermato la presenza di un rallentamento dello svuotamento gastrico, associato a una dilatazione importante dello stesso con accumulo di liquido e aria, ma ha messo in evidenza anche la presenza di un calcolo a livello renale e un ingrossamento del rene.
L’ecografia addominale ha chiarito la posizione del calcolo, non a livello del rene ma a carico dell’uretere che ne risultava completamente ostruito. L’ostruzione dell’uretere, a sua volta, ha impedito il flusso dell’urina che nell’arco del tempo si è accumulata a livello renale provocandone un’alterazione completa delle caratteristiche anatomiche.
In questo caso la stasi gastrica ha permesso di mettere in evidenza un problema che sicuramente non aveva dato sintomi precedentemente: il danno renale non si verifica immediatamente ma ci vuole molto tempo prima che il parenchima venga sostituito da urina come si vede nelle immagini ecografiche.
L’assenza di una sintomatologia è possibile perché l’altro rene è funzionante e quindi non ci sono i sintomi legati ad un’insufficienza renale. Ancora una volta questo caso mostra come sia importante eseguire delle visite di routine.
La terapia prevede un supporto della funzionalità dell’altro rene, dei controlli di routine ed eventualmente la chirurgia con rimozione del rene ormai inesistente e non funzionale per evitare il rischio di rotture.
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La storia di Briga
Non sempre quello che sembra piu logico rappresenta il quadro reale delle cose. È per questo che è importante impostare sempre un iter diagnostico corretto per arrivare ad una diagnosi. Briga è una giovane coniglietta sterilizzata (di appena 5 anni) che viene portata in visita per una deambulazione anomala. I proprietari pensavano ad una frattura…invece…un esame accurato e una diagnostica più approfondita hanno permesso di arrivare ad una diagnosi.
Alla visita clinica, Briga presentava un imbrattamento del pelo nella regione perigenitale, segno che non riusciva a muovere bene il treno posteriore. Era fortemente atassica con un atteggiamento neurologico della zampa posteriore sx che portava in avanti come se mancasse di sensibilità.
Immediato l’esame radiografico che, purtroppo, non è stato rivelante. La radiografia ha messo in evidenza tuttavia una sospetta calcificazione a livello addominale.
Briga è stata sottoposta immediatamente anche ad un esame ecografico che ha messo in evidenza una voluminosa massa in addome caudale. L’estensione della lesione non ha permesso di capirne l’origine…in accordo con i proprietari si è subito deciso di programmare una TAC prima di procedere con un’eventuale chirurgia.
Purtroppo la situazione di Briga ha subito un tracollo in pochi gg, la calda stagione, e l’incontinenza urinaria hanno favorito lo sviluppo di una miasi. Briga è stata sottoposta ad una sedazione per una pulizia della parte, e i proprietari hanno deciso di effettuare una laparotomia esplorativa con la stessa sedazione saltando la tac.
È stata rimossa una voluminosa massa retroperitoneale.
La massa è stata mandata al laboratorio per un esame istologico: il quadro era compatibile con una neoplasia maligna, verosimilmente un osteosarcoma.
La massa in addome rendeva difficile la deambulazione per compressione; la mancanza della TAC non ci ha permesso di capire effettivamente l’origine della neoplasia e che segmenti ossei fossero coinvolti.
Purtroppo Briga è morta qualche tempo dopo la chirurgia.
Molto spesso in presenza di sintomi neurologici si grida sempre all’Encephalitozoon cuniculi, in realtà le possibilità sono sempre molteplici ed è importante fare tutto ciò che possiamo per arrivare ad una diagnosi.
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Furetti e splenomegalia
I furetti presentano fisiologicamente una milza molto grande. le sue dimensioni normali sono di circa 5,1 cm di lunghezza per 1,8 cm di larghezza e 0,8 cm di spessore.
Le funzioni della milza includono
• la produzione di linfociti e plasmacellule
• la filtrazione e la fagocitosi di particelle antigeniche
• la rimozione di globuli rossi vecchi o danneggiati
• la riserva di globuli rossi e piastrine giovani
• l’ematopoiesi extra midollare
L’aumento di volume della milza nel furetto è una condizione molto frequente e nella maggior parte dei casi non è di per sé una patologia. Questa condizione accompagna molte malattie, in genere senza alcuna relazione diretta con la milza: infezioni respiratorie, patologie cardiache o gastrointestinali, insulinoma, malattia surrenalica. È molto più raro che l’aumento di volume sia causato da malattie primarie della milza come ascessi, tumori o torsione dell’organo.
Durante la visita clinica la milza si identifica facilmente perché si palpa senza grossi problemi, ed è facile percepirne un aumento di dimensioni. Se il furetto è sano non è necessario eseguire esami specifici, ma in caso di dubbio si possono eseguire vari esami; il più indicativo è l’esame ecografico che mi permette di valutare la struttura dell’organo, mettere in evidenza alterazioni morfologiche ed eventualmente eseguire degli esami citologici mirati. Esami ematobiochimi completi e radiografie servono anche a stabilire le condizioni generali del furetto ed escludere patologie che possano secondariamente determinare la splenomegalia.
Non si sa esattamente cosa causi il forte aumento di volume di quest’organo che si accompagna ad altri stati patologici. Si sospetta che in molti casi possa essere una stimolazione immunitaria.
L’asportazione della milza, può essere effettuata senza grossi problemi nel caso crei disagio all’animale o sia interessata da patologie primarie. Attenzione in caso di anemia, che potrebbe peggiorare in seguito all’asportazione della milza o processi sistemici, che vanno prima indagati.
In caso di splenomegalia bisogna fare molta attenzione alla manipolazione dei soggetti. Piccoli traumi possono provocarne la rottura. La rottura della milza, essendo un organo molto irrorato può portare rapidamente a morte l’animale per dissanguamento. Figaro, ha rischiato veramente di perdere la vita dopo essersi incastrato dietro il divano…fortunatamente la tempestività dei proprietari che si sono accorti subito che qualcosa non andava ha permesso un rapido intervento di splenomegalia e il giovanotto si è ripreso splendidamente.
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Colecisti e vie biliari nei draghi barbuti
I problemi infiammatori che interessano la colecisti e, più in particolare le vie biliari, nei draghi barbuti (Pogona Vitticeps) sono sotto diagnosticati, probabilmente perché la sintomatologia non è specifica, e viene confusa con altre problematiche. Spesso le patologie che colpiscono questi apparati sono, infatti, scoperte come “incidental findings” in corso di autopsie. L’infiammazione di queste strutture può essere provocata, ma può essere essa stessa anche la causa di calcoli.
I sintomi clinici sono estremamente vaghi e poco specifici, anche solo un’anoressia e un’apatia altalenante per periodi di tempo prolungati caratterizzata poi da remissione spontanea. La conoscenza del proprio animale e delle sue abitudini è fondamentale come sempre per arrivare ad una diagnosi precoce.
Diagnosi: un esame ecografico è in grado di mettere in evidenza la distensione della colecisti e delle vie biliari, ed è in grado di mettere in evidenza anche la presenza di eventuali calcoli che provocano un’ostruzione. Gli esami del sangue possono essere indicativi di un problema epatico, ma non necessariamente.
Cause: sono state ipotizzate diverse cause
• Processi infiammatori possono essere provocati da batteri o forme protozoarie, anche i coccidi, comuni in questi animali, che portano ad un’ispessimento della parete della cistifellea e favoriscono l’insorgenza dei calcoli
• Adenovirus
• Calcolosi: i calcoli possono essere sia di materiale proteinaceo, sia di carbonato di calcio. Una dieta molto proteica, costituita prevalentemente da insetti senza sufficiente fibra sembra essere alla base della predisposizione ai calcoli.
Le vie biliari e la colecisti possono essere interessate anche da forme neoplastiche. Generalmente i sintomi in questo caso possono essere piu importanti e associati anche a vomito e condizioni scadenti.
È importante come sempre non sottovalutare nessun segno di malessere e nessuna variazione comportamentale; è fondamentale impostare il giusto iter associando tutte le tecniche diagnostiche che si hanno a disposizione. Dieta e gestione sono sempre in ogni caso la miglior prevenzione in questi animali.
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La pododermatite nei polli “Bumblefoot”
La pododermatite o Bumblefoot, è una patologia che si verifica frequentemente nelle galline. Si tratta di un’infiammazione, che spesso degenera in infezione, della porzione plantare del piede.
È molto simile alla pododermatite dei rapaci, anche se le cause sono diverse, e soprattutto il successo terapeutico sembra essere migliore (nei rapaci si tratta di un problema estremamente difficile da risolvere). Un’alterazione della pressione che viene esercitata dall’animale nel piede sembra essere il meccanismo alla base di questa patologia: tale pressione provoca delle lesioni che favoriscono poi l’ingresso dei batteri provocando l’insorgenza dell’infezione. La superficie plantare del piede è protetta da vari strati cutanei, se per vari motivi questi strati sono danneggiati, la cute si infiamma e i batteri possono penetrare. Ovviamente se la situazione viene trascurata, l’infiammazione /infezione può estendersi anche ai tendini e ai legamenti.
Cause
• Utilizzo di un substrato non appropriato, abrasivo e irregolare: può lesionare la superficie plantare della zampa
• Scarsa igiene: favorisce la colonizzazione batterica della ferita
• Patologie cutanee concomitanti che rendono la cute piu sottile e debole favorendo il formarsi di lesioni (Ipovitaminosi A)
• Se la pododermatite è monolaterale, è importante cercare di capire la causa dello sbilanciamento del peso.
• Ferite
• Eccessivo peso corporeo
• Mancanza di movimento
Trattamento
• Terapia medica
Sicuramente è necessaria una terapia antibiotica e antidolorifica, per evitare che l’animale sentendo dolore stia fermo aggravando la situazione.
Possono essere applicate delle creme antibatteriche locali untuose che fungano anche da barriera alla penetrazione batterica. Ovviamente la terapia medica è indicata solamente se la pododermatite è a uno stadio iniziale, altrimenti è indispensabile intervenire chirurgicamente ed effettuare un curetage chirurgico.
La terapia medica va sempre associata al miglioramento della gestione e delle condizioni ambientali
• Migliorare il substrato, evitando materiali duri ed irregolari
• Migliorare le condizioni igieniche
• Prestare attenzione all’alimentazione e controllare il peso
• Incoraggiare il movimento attraverso l’arricchimento ambientale e alimentare
In caso si sospetti la presenza di un problema sottostante, si devono effettuare degli approfondimenti in modo da risolvere la causa principale.
• Terapia chirurgica
A seconda della gravità della pododermatite si possono avere diversi tipi di approccio. Ovviamente minore è l’estensione del danno migliore sarà la prognosi; in caso di coinvolgimento delle strutture tendinee e ossee sottostanti sarà piu difficile riuscire a risolver e il problema. Agire tempestivamente è sempre la cosa migliore.
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