Il furetto presenta un evidente dimorfismo sessuale; organi genitali a parte, solitamente il maschio, una volta raggiunta l’età adulta è più muscoloso rispetto alla femmina, ha una testa più larga e raggiunge delle dimensioni maggiori.
I testicoli scendono nello scroto a circa dieci settimane di età. Possono tuttavia essere, presenti nello scroto durante la stagione riproduttiva per poi essere ritirati nel canale inguinale nel periodo non riproduttivo. Il maschio, come il cane, ha l’osso del pene. L’unica ghiandola sessuale accessoria è la prostata.
Gli organi genitali femminili sono all’interno dell’addome; esternamente possiamo vedere la vulva, che si trova in prossimità dell’ano. Quando la furetta non è in calore la vulva appare come una fessura verticale. Durante il calore le labbra vulvari si gonfiano enormemente, ed è impossibile che questo periodo passi inosservato (e se ciò avviene, è un grave pericolo per delle complicazioni legate allo stimolo ormonale che possono portare anche a morte la furetta).
Riproduzione e controllo ormonale
Lo stimolo fondamentale per l’avvio dell’attività riproduttiva è dato dall’allungamento delle ore di luce (ritmi circadiani). I furetti richiedono periodi caratterizzati da un aumento delle ore di luce e di periodi caratterizzati da una riduzione delle stesse. Va da se che per avere un’ottimizzazione dell’attività riproduttiva è fondamentale rispettare la luce solare e non esporre gli animali a luci artificiali come possono essere le luci di casa o, banalmente, anche la televisione.
In condizioni di normalità se la stagione è favorevole, e questo prevede delle giornate con almeno 12\14 ore di luce, i maschi diventano sessualmente maturi a circa 6\8 mesi, mentre le femmine anche a quattro mesi. I furetti che sono nati l’estate precedente sono tardivi e raggiungono la pubertà all’età di 8\10 mesi. Durante la stagione riproduttiva sia i maschi sia le femmine inaspriscono il loro odore caratteristico che diventa ancora più acre per via dell’attività ormonale.
Le furette sono poliestrali stagionali e presentano un estro costante tra marzo e agosto se non si accoppiano. Nel caso in cui ci sia l’ovulazione, possono avere dei cicli estrali multipli (rientrano in calore). L’ovulazione si verifica in caso di accoppiamento. Il periodo del calore è facilmente riconoscibile perché le labbra vulvari aumentano notevolmente le loro dimensioni, sono edematose, arrossate e possono esserci delle secrezioni di colore diverso che imbrattano la regione perianale.
L’ovulazione nella furetta avviene solamente secondariamente all’accoppiamento, e questo rappresenta un serio problema nelle femmine non sterilizzate che non sono utilizzate a scopo riproduttivo: l’elevata concentrazione di estrogeni porta a una patologia nota come iperestrogenismo che può essere anche mortale. (https://www.vncvet.it/2018/04/11/liperestrogenismo-nella-furetta/)
Il momento migliore per l’accoppiamento è durante la seconda settimana di calore e generalmente maschio e femmina vanno tenuti insieme per due giorni consecutivi. Il turgore della vulva inizia a regredire e torna a dimensioni di normalità in 2\3 settimane dall’ovulazione. La permanenza della turgidità della vulva è un segnale di non avvenuta ovulazione.
La gravidanza dura generalmente 39\42 giorni. Ecograficamente può essere diagnosticata dopo 12 giorni, una mano esperta può percepire le camere gestazionali alla palpazione dopo 14 giorni (attenzione sempre a eseguire la procedura in modo attento e delicato per evitare problemi all’embrione). Lo scheletro può essere visualizzato radiograficamente da 30 giorni di gravidanza.
Alla nascita i piccoli pesano circa 10 grammi (con un range variabile dagli 8 ai 12) e una lunghezza che va da 4 a 14 cm: le dimensioni e il numero dei piccoli generalmente sono direttamente proporzionali all’età della mamma. L’udito si sviluppa intorno al 32 giorno, mentre gli occhi si aprono intorno alla 5 settimana. Possono essere svezzati all’età di 6\8 settimane, come per tutte le specie, maggiore è il tempo che trascorrono con la mamma, meglio è sia per un discorso d’immunità, sia per un discorso di equilibrio mentale del cucciolo che acquisisce tutto ciò che la mamma e i suoi fratelli gli trasmettono.
Se durante la gravidanza e l’allattamento, la mamma è sottoposta a episodi stressanti, a eccessive manipolazioni o se l’ambiente non è tranquillo, possono manifestarsi episodi di cannibalismo. Dopo la gravidanza, la furetta può tornare in calore se i piccoli non succhiano il latte (per esempio se nascono morti). Generalmente il ritorno in calore si ha due settimane dopo lo svezzamento, o, più in generale, due settimane dopo che la femmina non ha più il latte. E’ sconsigliato stressare troppo da un punto di vista riproduttivo una femmina, in caso di ritorno in calore si può utilizzare la castrazione chimica: in condizione di luce naturale la furetta può avere due parti l’anno. In termini di stress fisico, già due cucciolate l’anno sono, a parere personale eccessive.
In prossimità e nell’immediato post parto la furetta può presentare delle problematiche gravi che sono in parte legate a una scorretta o poco curata gestione.
- La tossiemia gravidica, chiamata anche chetosi gestazionale, è una condizione legata a un bilancio energetico negativo nell’ultimo periodo della gravidanza che può essere fatale per la mamma e i suoi piccoli. In rari casi la tossiemia gravidica si sviluppa anche dopo il parto, quando parte della placenta non viene eliminata, rimane nell’utero, diventa necrotica e inizia a produrre uno stato di intossicazione.
Tale condizione si ha quando la domanda di nutrimento fetale eccede il sostegno materno durante l’ultimo periodo della gravidanza: l’organismo materno cerca di mobilitare le sue riserve caloriche e questo si traduce in uno stato di chetosi e lipidosi epatica. Avviene generalmente intorno ai 32\42 giorni di gestazione (maggiormente in prossimità del parto e maggiormente in femmine alla loro prima gravidanza). Anche il numero di piccoli è importante: maggiore è il numero di piccoli, maggiore sarà la richiesta di cibo. Anche solo un digiuno di una notte per svariati motivi può portare a una situazione di tossiemia. Le furette più anziane possono sviluppare tossiemia gravidica per un rallentamento del metabolismo e quindi dell’immediata disponibilità di nutrienti.
Somministrate sempre una dieta di alta qualità alle future mamma con un minimo di 35% di proteine e 20 % di grassi. Evitate di stressare troppo le gestanti con troppi parti durante l’anno, lasciando tempo all’organismo di riassestarsi, evitate di riprodurre furette troppo anziane.
Altre possibili patologie legate al parto sono:
- Distocia, ossia la difficoltà durante il parto che richiede l’intervento del veterinario. E’ un’evenienza rara che può colpire circa l’1% delle femmine e può essere legata a un ambiente poco tranquillo durante la gestazione.
- Mastite: l’infezione della ghiandola mammaria va trattata rapidamente perché può degenerare in setticemia. L’utilizzo di antibiotici prevede che i cuccioli siano poi alimentati artificialmente. Può presentarsi circa 2\3 settimane dopo il parto: una o più mammelle possono essere gonfie, con un’alterazione del colore della cute. Anche il latte può assumere delle variazioni cromatiche ed essere maleodorante.
- Agalassia: generalmente legata a problemi ambientali (femmine eccessiavemnte stressate)
Il parto e il periodo di svezzamento sono sempre molto delicati, tenete strettamente sotto controllo le vostre future mamme, evitate di fare più di due parti l’anno, di accoppiare furette oltre una certa età.
L’alimentazione e la nutrizione durante la gravidanza sono fondamentali, non trascurate mai quest’aspetto: la dieta va seguita in modo accurato sia per salvaguardare la salute della mamma ma anche per garantire un corretto sviluppo dei piccoli. Carenze nutrizionali oltre a essere pericolose per la vita della mamma possono esitare in alterato sviluppo dell’embrione e una maggior incidenza di malformazioni.
Controllo della riproduzione: l’importanza di non stressare troppo l’animale
Le femmine tenute per la riproduzione, se non vogliono essere eccessivamente stressate con gravidanze ripetute possono essere sterilizzate chimicamente attraverso l’utilizzo dell’impianto di suprerolin. Questa tecnica rappresenta ormai di gran lunga la scelta migliore; in passato erano stati utilizzati altri protocolli ormonali. La durata dell’effetto è variabile e soggettiva; studi riportano un intervallo variabile 949-1121 giorni. Dopo l’applicazione dell’impianto in molte furette si verifica un estro che termina dopo circa 10 giorni e generalmente le furette nel 16% dei casi entrano in gravidanza isterica.
L’utilizzo di maschi vasectomizzati può essere una soluzione alla castrazione chimica delle furette per indurre l’ovulazione ed evitare la condizione d’iperestrogenismo. E’ necessario avere l’accortezza di controllare che effettivamente la furetta non sia più in calore. Il furetto diventa sterile dopo 6\7 settimane dall’intervento chirurgico.
Se i furetti non sono tenuti a scopi riproduttivi, si consiglia comunque la castrazione chimica e non la castrazione chirurgica. La castrazione chirurgica è legata all’insorgenza di patologie surrenali che.
Patologie congenite nel furetto
- Ermafroditismo: presenza sia del tratto genitale maschile che femminile.
- Anomalie urogenitali: l’apparato genitale e quello urinario hanno la stessa origine embrionale, si differenziano precocemente durante le prime fasi dello sviluppo, e può capitare che ci siano delle anomalie durante la differenziazione che esitano in patologie congenite come la formazione di diverticoli o cisti per la permanenza di qualche residuo embrionale.
- Criptorchidismo: testicoli ritenuti permanentemente in addome. I soggetti criptorchidi devono essere esclusi dalla riproduzione. Un testicolo ritenuto in addome va incontro più frequentemente a patologie tumorali.
- Deviazione del pene: legata a deformazioni dell’osso del pene; il pene va amputato e deve essere effettuata un uretrotomia.
- Molto frequenti sono anche le anomalie congenite a carico della colonna vertebrale.
Patologie del tratto genitale nel maschio
- Orchite: infezione del testicolo; è un’evenienza rara, generalmente legate a morsi o ferite accidentali.
- Neoplasie testicolari
- Iperplasia prostatica e prostatite: generalmente associata a patologie surrenaliche
- Parafimosi: il prepuzio, una volta ritirato dietro il glande, non può più essere riportato in avanti, provocando una tumefazione e uno strozzamento rapidamente crescente e assai doloroso. Può essere dovuto all’accumulo di materiale e sporcizia.
- Fratture dell’osso del pene
- Tumori dell’osso del pene
- Tumori delle ghiandole apocrine e del prepuzio
Patologie dell’apparato riproduttivo nella femmina
- Pseudogravidanza
- Iperestrogenismo: condizione molto grave che nel lungo periodo può portare a morte la furetta. Trovate un articolo completo nel sito
- Vaginite
- Piometra
- Iperplasia endometriale cistica
- Idrometra
- Tumori dell’apparato riproduttore (ovaie, utero, cervice)