Argomento topic dell’ultimo periodo, il coronavirus da molto tempo è causa di malattia nel furetto (come in molti altri animali).
L’origine del nome
Sono chiamati Coronavirus per il caratteristico aspetto microscopico; infatti, presentano delle proiezioni sulla superficie che assumono l’aspetto di una corona.
Nel furetto i coronavirus sono responsabili di due patologie distinte
- L’enterite epizootica catarrale (ece), causata dal Ferret enteric Coronavirus (FRECV) che è correlato geneticamente con il coronavirus felino, quello suino e quello del cane.
- Dal 2004 è stata riportata una patologia sistemica molto simile alla peritonite infettiva del gatto, sostenuta da un altro coronavirus, il Ferret sistemic Coronavirus (FRSCV).
I due virus nonostante siano correlati, sono geneticamente distinti.
- FRECV: è responsabile di una forma intestinale con lesioni limitate al tratto gastroenterico.
- FRSCV: è responsabile di una forma sistemica più complessa, simile alla peritonite infettiva del gatto (FIP), sempre causata da un coronavirus.
L’Ece o Enterite catarrale epizootica, è una malattia caratterizzata da un quadro enterico ed è molto contagiosa all’interno di un allevamento; la mortalità è bassa, circa il 5%, mentre la morbidità è del 100%. Il virus viene eliminato attraverso le urine e la saliva in grande quantità e per un lungo periodo di tempo. L’infezione avviene per via orale e i piccoli che stanno perdendo la protezione anticorpale materna sono i più colpiti. L’eliminazione del virus non è sempre costante e questo influisce sulla sua persistenza all’interno di un allevamento o di un gruppo di furetti. Furetti apparentemente sani, in particolari situazioni stressanti possono manifestare moderati segni di patologia e risultare positivi ai test fecali per la ricerca virale con PCR. Generalmente i sintomi sono più gravi nell’adulto rispetto al cucciolo.
Sintomi
Inizialmente ci sono dei sintomi aspecifici: letargia, riduzione della temperatura corporea, anoressia e vomito. Il veterinario può rilevare disidratazione, conseguente al vomito e alla diarrea che tende a comparire in un secondo momento, e un aumento del volume dei linfonodi periferici. Le caratteristiche della diarrea sono peculiari: maleodorante, verde chiaro e mucosa. Nelle manifestazioni croniche la diarrea tende ad assumere un aspetto granuloso come se contenesse dei semi. In anamnesi generalmente c’è l’introduzione di un nuovo cucciolo nel gruppo (portatore asintomatico).
Il secondo virus provoca una forma sistemica caratterizzata da una perivasculite pio granulomatosa con una sintomatologia che è molto simile alla FIP (peritonite infettiva del gatto). Questo coronavirus colpisce maggiormente i giovani furetti, di età inferiore all’anno.
Sintomi
I sintomi aspecifici includono diarrea, perdita di peso, letargia, iporessia, anoressia e vomito. Questi sintomi gastroenterici conferiscono al furetto un aspetto emaciato. Si possono avere anche dei sintomi neurologici caratterizzati da paresi\paralisi a carico del treno posteriore,atassia, tremori e crisi convulsive. Alcuni soggetti possono essere portati in visita con segni tipici di un danno a carico del snc con head tilt e movimenti di maneggio. In alcuni casi più rari è possibile avere starnuti, tosse, respiro difficoltoso, scolo nasale, disidratazione, bruxismo, soffio cardiaco, ittero, eritema localizzato, urine verdi (causate da un elevato livello di biliverdina), arrossamento e prolasso della mucosa rettale, ingrossamento dei linfonodi periferici. La palpazione dell’addome eseguita da un veterinario esperto, può evidenziare splenomegalia (ingrossamento della milza) e presenza di masse addominali, che andranno poi indagate con esami specifici.
Spesso,purtroppo l’esito è fatale: s’instaura una terapia di supporto con farmaci per la vasculite e immunomodulanti\ stimolanti. La diagnosi si basa sul corredo sintomatico; purtroppo i test non sono specifici.