Con il risveglio dal letargo ritornano a farci compagnia le tartarughe che ci hanno abbandonato durante l’inverno per gustarsi un sonno ristoratore…beate loro…
Il letargo, e i momenti immediatamente prima e dopo, rappresentano un momento molto delicato che va gestito con attenzione (https://www.vncvet.it/2017/03/22/risvegli/)( https://www.vncvet.it/2016/11/28/il-letargo-quando-come-e-perche/).Fondamentale è anche la gestione delle tartarughe quando sono sveglie e la loro alimentazione. Prima di tutto è importante riconoscere che specie possediamo in casa. Sembra scontato ma molte persone non ne sono consapevoli e pensano che le tartarughe si dividano in due gruppi: le tartarughe di terra e le tartarughe d’acqua. Niente di più sbagliato. Ci sono un’infinita di specie diverse ognuna con delle caratteristiche gestionali e alimentari proprie.
Principali tartarughe
Testudo hermanni: è originaria del sud dell’Europa; Spagna orientale, Francia meridionale e Corsica, Italia centrale e meridionale (comprese Sicilia e Sardegna), Isole Baleari, Balcani, paesi dell’ex Yugoslavia, Albania, Bulgaria, Romania, Grecia e Turchia. In queste aree la distribuzione delle popolazioni è molto discontinua.
T. h. boettgeri è la sottospecie orientale, distribuita nei Balcani, mentre T. h. hermanni occupa le zone occidentali (Spagna, Francia e Italia).
L’habitat naturale di T. hermanni è rappresentato dalle foreste di querce; a causa della distruzione di questo tipo di paesaggio questa tartaruga ha occupato la macchia mediterranea, composta di colline cespugliose aride. Durante le ore più calde delle giornate estive si rifugia all’ombra, ed è più attiva la mattina e il tardo pomeriggio.
Testudo greca: T. graeca graeca è originaria del nord Africa, e occupa un habitat semi arido costituito da boscaglia, con forti variazioni stagionali sia del clima sia della disponibilità di foraggio verde. Nelle aree meridionali del suo range di distribuzione è attiva durante il periodo invernale, che è a clima mite, ma nei periodi più caldi va in estivazione sotto terra. Nelle aree settentrionali subisce periodi di letargo di diversi mesi durante l’inverno, mentre è attiva in estate.
T. g. ibera ha una zona di distribuzione piuttosto vasta: Turchia, Grecia nord – orientale, Iran, Iraq, Giordania, Siria e Georgia. E’ stata introdotta in Sardegna. L’habitat va dal livello del mare a 2700 m di altitudine, e consiste di pianure asciutte, colline cespugliose, boscaglia.
Testudo marginata: Il suo areale di distribuzione comprende Albania sud – occidentale, Grecia, Isole Egee di Skyros e Poros. In Sardegna e in qualche località della Toscana esistono popolazioni introdotte da secoli. L’habitat naturale è rappresentato dalla macchia mediterranea (Sardegna e Toscana) e da zone collinose a boscaglia a ridosso dei campi coltivati.
Testudo horsfieldi: Ha una distribuzione piuttosto vasta, dalla costa sud – orientale del Mar Caspio fino a Iran, Afganistan e Pakistan, e a est fino alla Cina occidentale. Occupa ambienti aridi, deserti rocciosi, steppe delle regioni montagnose, fino a un’altezza di 1.600 metri (ma alcuni soggetti sono stati trovati fino a 2,300 m), ambienti con forti sbalzi climatici. Si trova più di frequente accanto a fonti d’acqua, dove la vegetazione è più abbondante. Per riparasi dalle temperature estreme scava nel terreno gallerie lunghe anche 2 metri, e a volte occupa le tane abbandonate scavate dai mammiferi. Nella parte più a nord del suo range T. horsfieldii va in letargo durante l’inverno, mentre nella parte più a sud va in estivazione d’estate.
Fornire un’alimentazione corretta alla nostra tartaruga, è fondamentale perché permette di prevenire numerosi problemi del tratto gastrointestinale ma non solo. Le tartarughe mediterranee sono specie strettamente erbivore; qualunque fonte di proteina animale deve essere totalmente bandita dalla loro dieta. La dieta in cattività deve rispecchiare più possibile quella naturale: ricca di fibra, minerali, microelementi e vitamine, povera di grassi e con poche proteine vegetali.
L’alimentazione ideale è composta dalle piante che crescono spontaneamente in prati e giardini: erba, trifoglio, tarassaco, piantaggine, fiori.
Se la tartaruga ha a disposizione questi alimenti in quantità sufficiente, non è necessario alcun tipo di integrazione.
I vegetali coltivati rappresentano una scelta nettamente inferiore, e vanno dati sporadicamente, nei periodi in cui sia carente l’alimento naturale. La frutta va limitata, perché in quantità eccessiva causa gravi disordini intestinali, favorendo le fermentazioni; inoltre non contiene adeguati livelli di calcio.
In terrario
Il soggetto che è tenuto in terrario ha un’alimentazione diversa dal soggetto che vive all’aperto. Una tartaruga di quelle sopra descritte che vive in terrario deve farlo per un periodo limitato e solo per particolari problemi. La tartaruga ha bisogno di vivere all’aperto con un’esposizione naturale al sole.
In commercio ci sono dei mangimi formulati per rettili erbivori. Questi alimenti non devono essere dati in eccesso perche sono molto ricchi di carboidrati e potrebbero provocare dei disturbi e dei gravi problemi metabolici. Una dieta corretta prevede la somministrazione di verdura di vario genere come lattuga romana, radicchio, rucola, cicoria, cavolo e, se possibile, erba fresca raccolta nel prato (attenzione che non sia trattata). Saltuariamente potrà essere somministrata anche della frutta. Una tartaruga che vive all’interno deve avere un buon apporto anche di calcio che possiamo fornirle attraverso l’osso di seppia o attraverso specifici integratori che si trovano in commercio. Sia l’uno sia l’altro vanno spolverati semplicemente nel cibo. È bene ricordare che il calcio per essere assorbito correttamente a livello intestinale deve sfruttare la vitamina D che a sua volta per essere attiva, ha bisogno della luce solare diretta o delle lampade UVB. (https://www.vncvet.it/2017/09/11/calcio-fosforo-vitamina/)
All’esterno
La tartaruga che vive liberamente all’esterno può avere una grande varietà di piante e fiori che crescono spontaneamente nei nostri giardini. Questi rettili sono ghiotti di trifogli, e denti di leone. Occasionalmente si può fornire loro della frutta. L’alimentazione può essere integrata somministrando verdura, soprattutto se ci sono più tartarughe e se il prato non è molto folto.
I cibi da evitare
Le specie erbivore alimentate con una quantità eccessiva di proteine vanno incontro a una crescita deforme della corazza, che appare “bozzellata” anziché liscia ed è troppo tenera a causa dell’insufficiente calcificazione, e a gravi problemi a carico del fegato e dei reni. Ciò può essere causato non solo dalla somministrazione di carne e di alimenti per cani e gatti, ma anche di fagioli, piselli, fagioli germinati e simili alimenti vegetali ricchi di proteine.
L’insalata brasiliana va evitata perché è particolarmente scarsa dal punto di vista nutritivo.
Totalmente controindicati e dannosi sono i carboidrati (pane, pasta, ecc.), il latte e i derivati del latte, qualunque alimento contenente proteine animali (carne, cibo per cani e gatti, mangime per tartarughe onnivore, larve d’insetti).
Non deve mai mancare un basso recipiente d’acqua, sempre fresca e pulita, cui la tartaruga possa facilmente accedere per immergersi a bere.
ANCHE SE UN ALIMENTO VIENE ASSUNTO VORACEMENTE E APPARENTEMENTE CON GUSTO, NON SIGNIFICA CHE POSSA ESSERE SOMMINISTRATO. FATE ATTENZIONE A QUELLO CHE METTETE A DISPOSIZIONE COME ALIMENTO. DIVERSAMENTE DA ALTRE SPECIE, E’ PIU’ DIFFICILE CAPIRE QUANDO C’E’ QUALCOSA CHE NON VA E QUANDO CI SONO DEI SINTOMI ESTERNI E’ GIA TROPPO TARDI. ABBIATE CURA DÌ CIO’ CHE AVETE