COS’ E’:
La Criptosporidiosi è una malattia che interessa il tratto gastro enterico dei rettili, provocata da un parassita, il Criptosporidium, protozoo unicellulare caratterizzato da un ciclo di vita diretto (che completa quindi il suo ciclo vitale all’interno dello stesso animale ospite). In particolare sono noti due tipi di Criptosporidium
- Il Criptosporidium Serpentes che provoca malattia negli ofidi. Nei serpenti la malattia è associata a rigurgito post prandiale: il parassita infatti colonizza la mucosa gastrica provocando un ispessimento marcato della mucosa ed un alterazione della contrattilità. Occasionalmente alla visita clinica si può rilevare una massa in corrispondenza della regione gastrica.
- Il Criptosporidium Saurophilum che causa malattia nei sauri ed in particolare nei Gechi. La sintomatologia è legata prevalentemente alla colonizzazione della parete intestinale da parte delle oocisti, con sintomatologia enterica come diarrea, marcato dimagrimento (per riduzione dell’assorbimento dei principi nutritivi) visibile prevalentemente a livello della coda e debilitazione.
Un tempo veniva considerata una zoonosi, oggi è risaputo che le specie che infestano i rettili non sono pericolose per l’uomo.
SINTOMI:
Alcuni rettili possono essere portatori asintomatici. Il parassita rimane in uno stato di quiescenza fino a che una condizione di stress o uno stato di immunosoppressione non ne provoca l’attivazione e la moltiplicazione. La maggior parte dei sintomi sono aspecifici e comuni a infezioni di parassiti più comuni o infezioni batteriche e virali.
- Rigurgito (nei serpenti)
- Anoressia\perdita di interesse verso il cibo
- Diarrea
- Perdita di peso
- Ingrossamento del fegato
- Letargia
- Morte
TRASMISSIONE:
La trasmissione è oro fecale tramite l’ingestione delle oocisti. La forma infestante (l’oocisti) può rimanere attiva anche per più di un anno nell’ambiente e solo pochi disinfettanti sono efficaci (i composti d’ ammonio al 10% per 20 minuti e il perossido di Idrogeno all’ 8% per 10 minuti sembrano essere i più efficaci). Il danno provocato dal parassita a carico della mucosa gastroenterica predispone a infezioni batteriche secondarie con aggravamento del quadro e dei sintomi.
DIAGNOSI:
Non è possibile effettuare la diagnosi con un semplice esame delle feci. Sono necessari dei test specifici effettuati su campioni fecali o tamponi cloacali, su materiale rigurgitato o su biopsie gastriche che rilevano le oocisti direttamente nella mucosa.
TRATTAMENTO:
Ci sono diversi trattamenti che sono stati presi in considerazione (Trimethoprim Sulfa, Alofuginone, Spiramicina, Pararomicina…) anche se nessuno ha dimostrato una piena efficacia. Il più promettente in termini di efficacia, anche se ancora soggetto a studi, sembra essere il colostro bovino iperimmune, che ha dimostrato reale efficacia nei mammiferi.
Le cure di supporto sono fondamentali per la sopravvivenza
- Un rettile infetto dovrebbe sempre essere isolato dagli altri. Da uova provenienti da soggetti infetti, nascono cuccioli infetti; questo provoca il perpetrarsi della malattia e gli animali portatori non dovrebbero essere riprodotti. Alcuni colleghi suggeriscono l’eutanasia a priori per limitare la diffusione della malattia
- L’animale malato va sempre reidratato
- Va tenuto in condizioni ottimali di temperatura, umidità e fotoperiodo
- Se non si alimenta va alimentato forzatamente attraverso specifici prodotti come il Critical Care Carnivori della oxbow o l’Emeraid per carnivori Lafeber
- Integrazione con lampada UVB (adeguati per la specie) per aumentare i livelli di Vit D3: gli animali con problemi intestinali possono avere bassi livelli di Vit D3 e conseguenti problemi di assorbimento del calcio.
Foto pitone:By Brian Gratwicke (Python regius – ball python) [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons