CHI E’?
Il Petauro dello zucchero è un piccolo marsupiale che origina dalle foreste pluviali della nuova Guinea e dell’ Australia. Il nome scientifico è Petaurus Breviceps (in latino “acrobata dalla testa corta”).
E’ un animale notturno e arboricolo: si muove tra la fitta vegetazione saltando da un albero all’altro lanciandosi in aria e spalancando la sua membrana (patagio) che gli permette di planare ad una distanza che può arrivare anche ai 45 metri. Il petauro è un animale estremamente sociale: in natura vive in gruppi e avere l’opportunità di interagire con i suoi consimili è fondamentale per la sua salute fisica e mentale.
COSA SIGNIFICA MARSUPIALE
I marsupiali sono animali in cui lo sviluppo del feto non avviene all’interno dell’utero per una ridotta funzionalità della placenta, ma all’esterno dentro il marsupio dove è presente una ghiandola mammaria alla quale si attacca per succhiare il latte.
In particolare nel petauro la gestazione dura circa 16 giorni, una volta nati i piccoli, che misurano appena 5 mm, iniziano un avventuroso viaggio verso l’apertura del marsupio, dove proseguiranno il loro sviluppo, guidati solamente dal loro istinto. Dopo 70 giorni i piccoli sono pronti a esplorare il mondo esterno. Continueranno a succhiare il latte materno introducendo la testa nel marsupio, passando la giornata attaccati alla pancia o alla schiena dei genitori. Lo svezzamento avviene dopo circa 15 settimane.
I petauri maschi sono papà molto affettuosi e aiutano le femmine nella cura e nell’alimentazione della prole.
COSA MANGIA
Essendo difficile replicare esattamente quello che mangia in natura, ci si deve basare su dei sostituti, principalmente frutta fresca dolce e verdure, con un integrazione di proteine che devono rappresentare circa un quarto della dieta. Una dieta corretta è alla base della sua salute (la maggior parte delle patologie sono legate ad una cattiva gestione casalinga) e a un iper ingrassamento dei soggetti, che oltre a mangiare troppo (spesso male) non riescono a fare tutto il movimento che farebbero all’aperto. I vegetali devono rappresentare il grosso della razione alimentare, e vanno preparati freschi. La varietà è fondamentale: ogni giorno devono essere presenti almeno 4\5 tipi diversi. Di solito preferiscono la frutta dolce e matura (fichi, mele, pere, banane, uva, papaia, mango, melone, arance, kiwi, prugne); tutti i vegetali adatti all’alimentazione umana possono essere somministrati, anche se ovviamente esistono dei gusti individuali. Possono essere somministrati piselli, patate americane, carote, mais…come fonte di proteine invece si somministrano carne, uova, invertebrati e tofu. La carne deve essere magra e cotta, completamente scondita e tagliata in piccoli pezzettini. Le uova vanno bollite e sminuzzate. Il tofu, come fonte proteica è superiore alla carne e alle uova contenendo anche una percentuale di calcio molto maggiore, per renderlo più appetibile può essere mescolato alla frutta. Gli invertebrati (grilli, cavallette, lombrichi) sono molto graditi; meglio evitare le camole del miele che sono povere di calcio e molto ricche di grassi. Prima di essere somministrati gli invertebrati andrebbero alimentati per un paio di giorni con alimenti ricchi di calcio e vitamine oppure spolverati con l’integratore prima di essere offerti. Meglio evitare di somministrare frutta secca e semi. Se il petauro tende a selezionare e preferire alcuni alimenti rispetto a altri è opportuno frullare il pasto in modo che assuma sempre una dieta equilibrata. Se la dieta è varia e bilanciata di norma non è necessario aggiungere vitamine, integrazione consigliata comunque nei soggetti gravidi o in allattamento. Il calcio va integrato: si devono usare degli integratori di calcio senza il fosforo: osso di seppia, carbonato di calcio o altri prodotti disponibili in commercio (il rapporto calcio fosforo nella dieta deve essere 2:1). Il dosaggio approssimativo è di mezzo cucchiaio da tavola per kilo di alimento.
L’ALLOGGIO
La gabbia deve essere più spaziosa possibile, e svilupparsi maggiormente in senso verticale, per sistemare dei rami su cui gli animali possano arrampicarsi. Uno o due petauri richiedono una gabbia di almeno 50 x 50 x 80 cm, se gli animali sono in numero superiore anche le dimensioni devono essere maggiori. Le dimensioni ideali minime sono di 200 cm di larghezza e di 180 cm di altezza; in questo modo i rami possono essere abbastanza spaziati da permettere il volo planato.
Si può utilizzare una voliera o una grossa gabbia per uccellini, oppure si può costruire una gabbia fatta in casa. La rete metallica utilizzata per le pareti deve avere le sbarre alla distanza massima di 6 mm. La parete di fondo e le due pareti laterali possono essere fatte di compensato. La base della gabbia deve essere staccabile, per permettere una comoda pulizia. Sul fondo si possono collocare fogli di carta o segatura per facilitare la pulizia. Alcuni ripiani posti a diverse altezze permetteranno di ampliare la superficie utile e di collocare rifugi e recipienti del cibo.
La gabbia deve essere collocata in una zona tranquilla, dove non ci sia costante passaggio di persone, rumore (televisione, radio, lavatrice) o altre cose che possano disturbare il sonno dei petauri. Scegliete una zona luminosa, ma non esposta alla luce diretta del sole, che può surriscaldare l’interno della gabbia e causare grave disagio agli animali.
La temperatura ideale dell’ambiente in cui alloggiare i petauri è compresa tra 18 e 25°C. Le temperature basse sono mal sopportate.
All’interno della gabbia si devono collocare diversi rifugi. Sono adatti allo scopo le casette per criceti, i nidi chiusi in vimini e le casette per uccellini, scatole di plastica con un foro, e simili. L’ingresso deve avere un diametro di almeno 4 cm. Se sono presenti delle femmine con dei piccoli è opportuno che l’apertura sia in alto o che comunque abbia il bordo rialzato, in modo che i piccoli non cadano all’esterno. Dentro la casetta-nido si può collocare della stoffa (attenzione ai fili, che possono arrotolarsi intorno alle zampe e bloccarne la circolazione) o dei fazzolettini di carta, anche se non sono indispensabili. I rifugi vanno collocati in alto, per dare al petauro un maggior senso di sicurezza. I recipienti dell’acqua e del cibo devono essere posti nella parte alta della gabbia, e non collocati sotto i rami, perché non si sporchino con le deiezioni che cadono dall’alto.
L’aggiunta di alcuni rami all’interno della gabbia è molto importante per ricreare un ambiente naturale e permettere al petauro di fare attività. Non utilizzate rami di piante resinose (tutte le conifere, come il pino e abete) o tossiche (oleandro, alloro), o trattate con sostanze nocive. Le foglie possono essere lasciate attaccate, perché forniranno ulteriori stimoli. Le seguenti piante possono essere lasciate a disposizione, come rami e fiori, per essere consumate come alimenti: Eucalyptus, Banksia, Leptospermum, Grevillea, Acacia, Melaleuca, Callistemum, Hakea
Oltre ai rami si possono attaccare alla gabbia tubi di cartone o in PVC, corde e scalette, che saranno sicuramente graditi ai piccoli petauri come attrezzi ginnici.
LIBERTA’
Ogni giorno si dovrebbe permettere al petauro di fare un po’ di esercizio fuori dalla gabbia. Questo deve avvenire di sera o di notte, tenendo le luci basse, e sempre sotto costante supervisione, per impedire che l’animale vada incontro a qualche pericolo. Tenete presente che questi animali sporcano dove capita, e quindi possono rovinare il mobilio e l’arredamento.
I petauri amano arrampicarsi in alto, ad esempio sulle tende, per lanciarsi poi in voli planati. Spesso i petauri tornano spontaneamente nella loro gabbia quando sono stanchi.
Non portate all’aperto il petauro, a meno che non abbia con voi un forte legame, per il rischio che scappi e si perda, e comunque non fatelo mai in piena luce, cosa che gli darebbe molto fastidio. Tenete presente che in caso di fuga è piuttosto improbabile riuscire a recuperarlo.